In questa prima tranche di tennis mondiale australiana, che precede l’Australian Open, l’Italia del tennis ha fatto un’egregia figura.
Partendo dall’ATP Cup, la competizione a squadre istituita l’anno scorso dove si affrontano i tennisti di dodici diverse nazioni, gli azzurri, composti da Matteo Berrettini, Fabio Fognini, Simone Bolelli, Andrea Vavassori e dal capitano Vincenzo Santopadre, hanno fatto una grandissima settimana, arrendendosi soltanto alla Russia in finale.
Infatti, l’Italia è arrivata prima nel girone, davanti a Francia ed Austria, ha eliminato la Spagna in semifinale (orfana, perà, di un certo Rafa Nadal) e non ha potuto fare nulla contro la Russia in finale, considerata sin da subito una delle favorite per la vittoria. Fognini è stato massacrato 6-1 6-2 da un Rublev ingiocabile, mentre Berrettini ha perso 6-4 6-2 contro Daniil Medvedev, il detentore delle ATP Finals e uno dei più quotati vincitori per la vittoria dell’Australian Open.

Sempre a Melbourne, Australia, ma nell’ATP 250, abbiamo assistito ad una finale tutta italiana per la prima volta dal 1988 (in quell’occasione si sfidarono Panatta e Narducci), anche se in quell’occasione si sfidarono in Italia; infatti bisogna andare indietro al 1980 per trovare una finale italiana giocata all’estero, al Cairo, dove si sfidarono Barazzutti e Bertolucci.
L’altoatesino Jannik Sinner ha infatti sconfitto Stefano Travaglia con il punteggio di 7-6 6-4 e ha conquistato così il suo secondo titolo in carriera (il primo l’aveva conquistato a Sofia battendo in finale il canadese Pospisil) ed ha eguagliato due mostri sacri del tennis, Novak Djokovic e Rafael Nadal, entrambi vincitori di due tornei ATP a 19 anni. Con questa vittoria, Sinner sale a numero 32 della classifica mondiale, Travaglia al numero 60.